BLOCKCHAIN: OGNI ANELLO DELLA CATENA DEL VALORE COSTRUISCE FEDELTÀ
Le eccellenze italiane, come vino e capi di alta molta, subiscono ogni giorno episodi di frode e falsificazioni dal valore di miliardi di euro annui. Nel mondo del vino il caso più noto è quello della banda del Sassicaia che da sola ha causato perdite pari a circa 2 milioni di euro per il settore vitivinicolo.
Quello del Sassicaia è uno degli episodi più eclatanti ma di certo non è il primo e purtroppo nemmeno l’ultimo. I casi di falsificazione, infatti, sono in voga sin dagli anni ’80, periodo in cui si iniziarono a sperimentare metodi e strategie che sono tuttora in uso. Tra le forme più note vi sono, ad esempio, la falsificazione del packaging e il riempimento con vino non originale.
Ciò provoca una grande perdita della reputazione sia per il settore vitivinicolo sia per il Made in Italy stesso, causando anche la sfiducia dei consumatori, che avrà bisogno poi di un lento processo prima di poter essere riacquisita.
Anche il settore della moda, così come quello del vino, non è immune a tentativi ed episodi di frodi e falsificazioni.
Da un’indagine dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), infatti, è emerso che già nel 2020 la contraffazione di capi e accessori costò al settore dell’alta moda più di 5.2 miliardi di euro.
Nel mondo della moda la contraffazione avviene per lo più attraverso l’utilizzo di materiali di bassa qualità che talvolta subiscono lavorazioni tali da rendere difficile riconoscere – per un occhio inesperto – se si tratti o meno di un falso.
Per ostacolare la contraffazione, le case di moda, così come le cantine, hanno iniziato a ricorrere a soluzioni più o meno tecnologiche come, ad esempio, pellicole o etichette antimanomissione, stampe olografiche sui sigilli, ma anche QR code e sistemi in grado di garantire la tracciabilità e l’autenticità.
Utilizzando strumenti tecnologici come i QR Code e la tecnologia RFID è possibile tracciare i propri prodotti e garantirne l’autenticità attraverso diversi livelli di sicurezza, che permettono di comunicare con i propri clienti e instaurare con loro canali di comunicazioni diretta one-to-one, aumentando così il livello di fidelizzazione.
Ciò è possibile soprattutto grazie all’utilizzo della blockchain che, integrata nella gestione della supply chain, facilita la tracciabilità dei prodotti e il monitoraggio dell’autenticità garantendo la veridicità e l’inalterabilità delle informazioni veicolate. Questa tecnologia consente di tracciare tutti i processi produttivi creando un codice seriale univoco che accompagna tutta la vita del prodotto. In questo modo ogni passaggio di proprietà viene registrato, garantendo un controllo meticoloso anche di distributori, terzisti e rivenditori, che da molti sono stati individuati come l’anello debole della filiera, dietro i quali possono originarsi episodi di contraffazione.
Certamente non si è in grado di arginare o prevedere ogni singolo episodio di frode ma, grazie all’utilizzo della blockchain e di tecnologie strutturate, è possibile sbilanciare l’equazione rendendo i tentativi più insostenibili e scoraggiando chiunque abbia intenzione di commettere tale reato.
I clienti diventano a questo punto un anello fondamentale della catena perché, semplicemente scansionando il QR code presente sui prodotti, possono accedere alla loro storia, seguirne il ciclo di vita dalla creazione alla distribuzione, ottenere la garanzia della sua autenticità e ricevere contenuti creati ad hoc dalle aziende, costruendo una relazione basata sulla fedeltà.